L'Aura

Dunque, mi sono reso conto di una certa monotonia di fondo presente in ciò che scrivo, perciò ho deciso di condividere su questo blog un mio piccolo racconto nato da un raro sogno vivido che sono riuscito a trasporre a parole. Si tratta di un racconto molto personale che ho scritto qualche anno fa e che ho rimaneggiato per l'occasione. Buona lettura

-Madness-

L’Aura

La prima volta che vidi l’Aura fu dieci anni fa, dopo il primo incidente. Stavo correndo in moto in una strada tortuosa quando improvvisamente misi le ruote sullo sporco al margine della strada. La moto scivolò, io venni sbalzato e atterrai in un fosso. Non so per quanto tempo rimasi li, ero troppo dolorante per muovermi, inoltre non vedevo più niente, i miei occhi erano fuori uso e vedevo solo macchie grigie.
Dopo quelle che mi sembrarono ore, venni tratto in salvo da dei paramedici, venni portato in ospedale, visitato e finalmente iniziai a vedere di nuovo.
All’inizio era tutto sfocato, ma con il tempo tornai a vedere sempre più nitidamente. Ai margini della mia visuale tuttavia rimase una traccia indistinta che non accennava ad andarsene. Ne parlai con i medici ma mi dissero che probabilmente era un effetto a lungo termine del forte trauma alla testa che avevo subìto.
Passarono i giorni e la macchia non se ne andava, anzi, a volte mi pareva che cominciasse ad assumere una forma più definita. Cercai di osservarla più attentamente e capii che non era una anomalia dei miei occhi, la mia vista stava bene, quella visione doveva essere causata da qualcos’altro. Ad un certo punto la visione cambiò. Se mi guardavo allo specchio vedevo un’aura attorno a me, come una sorta di radiazione emanata dal mio corpo, così un giorno decisi che sarei andato a parlare di nuovo con i medici.
Il giorno successivo tuttavia notai che l’aura era scomparsa, la mia vista era tornata perfettamente normale e mi convinsi che qualunque cosa mi fosse successo, ora se n’era andata.
Ripresi la mia vita normalmente, all’epoca studiavo all’università con poca voglia di fare, ma era il solo modo per non andare subito a lavorare.

Era passato qualche mese dall’incidente quando ricominciarono le visioni. Notai di nuovo una presenza ai margini della mia visuale, ma questa volta la figura era ben definita e non c’era dubbio  sulla sua forma: si trattava di una persona. Questa figura però andava e veniva, la vedevo quando ero solo, mentre quando ero in mezzo alle persone la figura svaniva, o forse semplicemente non la notavo.
La rivelazione arrivò guardandomi allo specchio. Una mattina mi svegliai particolarmente confuso, ricordo che la notte precedente ero andato a letto molto tardi per ciò avevo dormito poco ed ero ancora stanco. Mi guardai allo specchio e per poco non feci un infarto. Per un attimo vidi chiaramente una presenza accanto a me, ma quando guardai di nuovo lo specchio era sparita.
Passarono giorni in cui mi domandai cosa mi stesse capitando, non osavo guardarmi allo specchio e quando camminavo tra le persone tenevo lo sguardo basso, mi sentivo strano, diverso e non volevo che le persone notassero questa mia stranezza.
Ad un certo punto decisi che dovevo affrontare le mie paure, una mattina mi feci coraggio e guardai nello specchio. Quella figura era li, accanto a me, la osservai e mi domandai perché mi ero spaventato la prima volta. Non aveva nulla di spaventoso, anzi, era una visione bellissima. Una ragazza alta con lunghi capelli biondi ed un viso dolcissimo, guardai la mia immagine riflessa e mi sentii brutto ed inadeguato.
Le domandai chi fosse.
Lei non rispose, non con le parole almeno. Sentii dentro di me le sue emozioni e le sue sensazioni. Così mi comunicò la sua risposta:
“Tu sai chi sono. Tu mi hai chiamata”
“Io non ho chiamato nessuno. Puoi dirmi il tuo nome?”
“Sai già il mio nome, me lo hai dato tu”
Cominciavo a capire.
“Tu sei l’Aura?”
“Si”
“E che cosa sei?”
“Io sono te. Sono una parte della tua anima che ancora non conoscevi”
“Come mai sei comparsa proprio ora?”
“Ho sentito la tua chiamata. Una voce… Nel buio”
“Cosa accadrà ora?”
“Vivremo… Insieme”

Fu così che iniziai a convivere con l’Aura. Lei era una presenza discreta, mi parlava quando necessario, mi spronava a dare il meglio, a vivere al massimo. Fu grazie a lei che finalmente mi laureai a pieni voti. Non solo, con il suo supporto, il suo consiglio e la sua mente continuai a studiare.
Studiai matematica, fisica, chimica, ogni tipo di ingegneria. Inoltre, mi spronò a prendermi cura di me stesso. Iniziai a fare attività fisica, potenziai il mio corpo al massimo. Alla fine arrivai ad avere la mia mente e il mio corpo spinti al massimo, avevo quasi raggiunto la perfezione.
Fu in quel periodo che concepii le mie invenzioni. Misi a frutto i miei studi, applicai contemporaneamente diversi campi scientifici ad un unico obiettivo. Creai un’invenzione che cambiò il mondo.
Grazie a questo fondai la mia azienda ed in breve tempo diventai ricchissimo, tutto grazie all’Aura che mi era stata vicino, mi aveva consigliato ed aiutato.
Purtroppo, tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine. In breve tempo divenni un uomo ricco e potente, attirando su di me gli occhi del mondo, forse è per questo che ad un certo punto cominciarono a notare la mia stranezza. Spesso mi dicevano che ero distratto, assente, altre volte mi chiesero con chi stessi parlando quando ero solo in una stanza.
Fu così che commisi il mio errore più grande. Arrivato a quel punto dissi a me stesso che non c’era nulla di male a rivelare al mondo chi aveva permesso tutte le mie invenzioni. L’Aura tentò di convincermi che era meglio mantenere il segreto ma io non volli ascoltarla. Per la prima volta non le diedi retta e annunciai che il merito delle mie invenzioni andava anche a questa visione.
Tutto il mondo rimase interdetto dalle mie parole, il loro benefattore in realtà era uno schizofrenico con le visioni. Gli amministratori della società mi estromisero dal comando e mi imposero di farmi curare in un ospedale psichiatrico.
Iniziai il trattamento anche se in realtà non era necessario. Quando rivelai al mondo l’esistenza dell’Aura lei mi abbandonò, mi disse che l’avevo tradita, anzi, che avevo tradito entrambi perché fino ad allora avevamo vissuto bene ma da quel momento in poi niente sarebbe stato come prima. Passarono alcuni mesi, non rividi più l’Aura per ciò i dottori dissero che potevo essere dimesso. Mi raccomandarono di continuare a prendere i farmaci, cosa che non feci poiché sapevo che erano inutili, l’Aura non sarebbe tornata.
Senza i farmaci tornai in me, dopo mesi vissuti in una sorta di limbo tornai a provare emozioni. Mi sentii estremamente solo, l’Aura era stata parte integrante di me per troppo tempo. Cercai comunque di continuare a vivere, ma non era facile. Non ripresi in mano le redini dell’azienda ma decisi di vivere di rendita. Viaggiavo ovunque, visitai città vicine e lontane. Incontravo persone, facevo amicizia, ma quel senso di solitudine non mi abbandonava mai.
Ormai ero stanco di vivere, così una notte, mentre guidavo in una strada deserta, mi schiantai contro un albero e finalmente caddi nell’oblio.
Speravo di poter riposare per sempre, invece il destino aveva in serbo per me un ultimo atto.

Emersi dall’oscurità in un letto d’ospedale, pervaso dal dolore delle mie ferite e dal disgusto di essere vivo. Qualcosa però era cambiato. Forse era per i farmaci, però mi sentivo diverso. Aprii gli occhi e mi guardai intorno e quello che vidi mi sconvolse. C’era un solo altro letto oltre al mio in quella stanza, c’era un uomo che era assistito da una ragazza dai capelli rossi e dal viso angelico. Quel viso era identico a quello dell’Aura.
Mi sollevai dalla posizione distesa e continuai a guardarla. Quando lei colse i miei movimenti incrociò il mio sguardo e per un lungo istante rimanemmo a fissarci. Lessi nel nei suoi occhi qualcosa di indefinibile, un’ombra che scompavee quasi subito, poi lei distolse lo sguardo e io tornai a distendermi.
Nei giorni seguenti lei tornò spesso dall’uomo accanto a me che scoprii essere suo padre. Quando non assisteva il padre, lei rimaneva a chiacchierare con me, c’era una sintonia speciale tra di noi e il solo parlare per me era un piacere. Me ne innamorai in poco tempo e anche lei dimostrò di ricambiare i miei sentimenti. Ne abbi la conferma quando suo padre venne dimesso, poiché, nonostante non avesse motivo di tornare in ospedale, lei venne a trovarmi.
Parlammo ancora, lei mi rivelò che per tutta la vita si era sentita come se le mancasse qualcosa, come se fosse in qualche modo una persona incompleta. Così allora le raccontai la mia storia, di come una visione mi aveva reso in qualche modo completo e di come mi fossi sentito solo quando mi lasciò.
Da quelle reciproche rivelazioni comprendemmo la verità. Dal profondo della mia anima era emerso un qualcosa che pur se appartenendomi in qualche modo mi era estraneo, un qualcosa che apparentemente mi aveva abbandonato, che mi aveva fatto soffrire e che improvvisamente scomparve quando mi risvegliai in quel letto.
Lei mi disse che la sua sensazione di incompletezza scomparve la notte in cui entrai in quella stanza e che, sempre da quella notte, iniziò a fare strani sogni, di una figura maschile presente al di la dello specchio.

Infine capii cos’era successo. L’Aura non mi aveva veramente abbandonato, era tornata nel profondo della mia anima, un luogo che può essere toccato solo in circostanze particolari. Nel mio caso fu in occasione di due incidenti, così al secondo evento lei si era di nuovo manifestata, ma questa volta si staccò da me perché trovò la sua legittima proprietaria. Questa persona che ora mi è accanto, di cui sono innamorato e che finalmente ha portato ordine nella mia vita, quella notte ricevette ciò che le mancava, l’ultima parte della sua anima. Lo capii quando finalmente mi rivelò il suo nome: Laura.

Commenti

  1. Un racconto bello, semplice eppur molto profondo... complimenti Madness...

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