Pausa - Una auto intervista sulla scrittura di Memorie dalla Zona

Nell’attesa di trovare il coraggio di pubblicare il prossimo capitolo, voglio condividere con voi la genesi del mio racconto (sempre che a qualcuno possa interessare). Ho scelto un sistema di domanda-risposta per rendere la spiegazione chiara e sintetica.

-Madness-

Perche scrivere?
Per puro diletto personale, originariamente non avevo intenzione di far leggere a nessuno questo scritto ma poi mi sono accorto che poteva essere qualcosa che anche altri potevano apprezzare. Io normalmente scrivo solo in condizioni particolari, quando sono stressato, giù di morale o comunque non sto bene. Nel caso di Memorie dalla Zona ho iniziato a scriverlo un giorno che avevo la febbre. In quel momento ero nel pieno dell’ispirazione e partendo da alcune idee sono riuscito a buttare giù il prologo e la prima parte del racconto.

Che cos’è l’ispirazione?
Ho sentito spesso parlare di ispirazione, della Musa, ma non avevo mai compreso prima d’ora di che cosa si trattasse. Come lo scultore che disse che le sculture già esistevano nel blocco di pietra, si trattava solo di “liberarle”, nel mio caso il racconto era già tutto li, si è solo trattato di scriverlo.
Questo almeno per la prima parte, ora si è un po’ esaurito questo aspetto ma con l’ossatura del racconto ormai formata posso divertirmi a mettere i miei personaggi di fronte a determinate situazioni ed  osservarne le reazioni.

Perché Chernobyl?
Per svariati motivi, primo tra tutti il semplice fatto che tutto il background dell’ambientazione era già stato descritto nella serie di videogiochi di S.T.A.L.K.E.R., partendo da questa ambientazione ho voluto scrivere una storia “originale”. Avevo in mano un’ambientazione già pronta che ben si presta ad ospitare infinite storie, non è stato difficile inserire la mia.
In secondo luogo sono sempre stato affascinato dall’incidente alla centrale e dalle conseguenze che ha avuto sull’ambiente e questi videogiochi sono capitati nel momento giusto per scatenare la mia attenzione e fantasia.
Infine, come già scrissi nella recensione di Elysium, la fantascienza può essere usata per svariati motivi, nel mio caso oltre all’aspetto avventuroso e d’azione  mi sono concentrato nelle dinamiche tra i personaggi, voglio vedere che cosa succede a mettere persone comuni in contesti estremi come la Zona descritta.

Descrivi più nel dettaglio i videogiochi e l’ispirazione che ne hai tratto
Dunque, la serie di S.T.A.L.K.E.R. si compone di 3 capitoli:
-Shadow of Chernobyl, uscito nel 2006
-Clear Sky, uscito nel 2008
-Call of Pripyat, uscito nel 2010
Il primo racconta la storia di Strelok così come l’ho raccontata nel primo capitolo perciò se foste intenzionati a giocarlo mi dispiace ma vi ho spoilerato tutta la trama, chiedo scusa. Il secondo invece è un prequel del primo e descrive gli eventi che hanno portato alla storia del primo titolo, mentre il terzo è un seguito diretto di Shadow of Chernobyl.
Parlando di ispirazioni per il mio racconto mi riferisco appunto alla storia di SoC e tutta la geografia della zona è basata sulle ambientazioni  del gioco, infatti non ho nessuna pretesa di verosimiglianza con la vera zona di alienazione attorno alla centrale. Più avanti nel racconto diventeranno importanti anche gli eventi di Clear Sky ma prima devo riuscire a continuare il racconto. Il terzo, Call of Pripyat, è un seguito diretto di Shadow of Chernobyl ma per esigenze di gameplay offre ambientazioni diverse e una trama poco interessante perciò ho deciso di ignorarlo deliberatamente.
Insomma il mio racconto si posiziona un anno dopo gli eventi di SoC e voglio cercare di dare un degno finale alla storia e all’ambientazione, in un modo o nell’altro.

Com’è scritto il racconto? Usi uno stile particolare?
Cerco di sfruttare un difetto come un pregio. Io non sono un grande conoscitore della lingua italiana, anzi, ho una conoscenza grammaticale appena sufficiente per comporre frasi di senso compiuto, figuriamoci se posso anche solo tentare di usare qualche finezza linguistica oppure uno stile particolare. Ben conoscendo questo limite ho allora deciso di far parlare il più possibile i miei personaggi in prima persona tramite dialoghi diretti e il racconto in prima persona del protagonista senza dovermi preoccupare troppo di com’è scritto. Ovviamente cerco di evitare il più possibile errori grammaticali e costruzioni poco chiare e leggibili.

Perché la struttura in giorni?
Perché il racconto è come un diario scritto in tempo reale, il mio obiettivo è rendere il più possibile i pensieri e le emozioni che il personaggio prova in quel momento.

Non hai paura di essere eccessivamente prolisso ed annoiare scrivendo un racconto “in tempo reale”?
Si, molto, è per questo che all’inizio non volevo condividerlo con nessuno, non so quanti abbiano il tempo e la pazienza di leggere uno scritto amatoriale del genere.

Come sono caratterizzati i personaggi?
Sono tutti parte di me stesso. Purtroppo devo ammettere che anche se cerco di dare ad ognuno un carattere e passato diverso alla fine mi sembra sempre si tratti di miei cloni. Mi sto impegnando per dare loro maggiore profondità.

Il racconto sarà tutto così con dialoghi ed avventure?
Si, ho in mente il percorso del protagonista ed alcuni avvenimenti, anche se la storia è ancora tutta da scrivere non prevedo molti cambiamenti dalla struttura attuale.

Quanto hai scritto fin’ora e quanto prevedi di scrivere?
Fin’ora ho scritto ben 24 pagine di word, ho pubblicato fino a metà del secondo giorno (ogni giorno lo conto come un capitolo) mentre sono arrivato a scrivere fino all’inizio del terzo giorno. Non ho idea di quanto si possa sviluppare e durare la storia.

Scrivi con regolarità? Prevedi di arrivare veramente ad un finale?
No, scrivo di tanto in tanto, non riesco a forzare più di tanto l’ispirazione, quando sono in vena le parole escono da sole, se invece non lo sono rimango come bloccato a fissare il foglio bianco. Per il finale è troppo presto per parlarne, finché mi diverto a scrivere e mi piace ciò che butto giù posso proseguire, se per caso iniziassi a rendermi conto che il racconto diventa troppo artefatto ed illogico potrei anche abbandonarlo. Mi è già successo con altri racconti.


Quando pubblicherai la prossima parte del racconto?
Prossimamente, magari già la prossima settimana, stay tuned.

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