Memorie dalla Zona - Giorno 2 (prima parte)

Una nuova alba si alza sulla Zona, nuovi incontri e nuovi pericoli per lo Smemorato.

Giorno 2

Mi svegliai di nuovo nella stanza d’albergo, quell’incubo mi aveva angosciato. Mi girai e vidi la schiena nuda di una ragazza distesa accanto a me, aveva lunghi capelli biondi adagiati sul cuscino, osservai la linea sinuosa dei suoi fianchi sparire sotto le coperte. Le posai una mano sulla spalla, lei si destò, si voltò e mi sorrise, aveva dei bellissimi occhi verdi. Rimasi a lungo a contemplare la sua bellezza mentre lei mi sorrideva, poi però sentii un’esplosione, l’espressione di lei era mutata in terrore, abbassai lo sguardo sulla mia mano e vidi che tenevo una pistola, tutto divenne rosso.
Mi alzai di scatto, guardandomi intorno disorientato. Avevo avuto un incubo come la mattina precedente, lo sparo però non me lo ero sognato perché ne sentii altri in rapida successione. Scesi dalla branda, nonostante le ferite del giorno prima mi sentivo bene, cercai un’arma ma trovai solo un coltello ed un binocolo, li presi e scesi le scale. Uscii prudentemente dall’edificio, ero in un piccolo cortile recintato, oltre all’edificio da dove ero uscito c’era un’autorimessa ed un altro edificio più grande il cui tetto però era crollato. Non c’era nessuno intorno, pensai che non era una buona idea fare rumore, se eravamo stati aggrediti e gli altri erano stati sopraffatti sarei stato in pericolo anche io. Rimasi accucciato vicino al foro nel muro da cui ero uscito, quegli edifici dovevano averne viste parecchie per essere presi così male, pensai. Nell’istante in cui formulai quel pensiero un uomo sbucò da dietro il relitto di un camion in mezzo al piazzale, mi vide ed alzò la pistola. Io feci appena in tempo a buttarmi a terra quando sentii lo sparo, tuttavia il rumore era arrivato da un’altra direzione e vidi il mio aggressore accasciarsi a terra. Sentii delle voci.
“Era l’ultimo?”
“Si!”
“Bene, fate un giro lungo il perimetro tanto per esserne sicuri”
Vidi l’Italiano e uno che non conoscevo correre verso di me.
“Tutto bene?”
“Si, credo di si. A chi avete sparato?”
“Banditi, ogni tanto tentano di riprendersi questo posto” rispose l’altro.
“Smemorato, ti presento Mika, è lui che tiene l’accampamento”
“Piacere di conoscerti Mika.”
“Il piacere è mio ragazzo, mi hanno detto che ti hanno trovato ancora vivo in un camion della morte. Devi essere un tipo veramente fortunato.”
“Inizio a crederlo anche io, ho rischiato di morire più volte nelle ultime ventiquattro ore che in ventiquattro anni di vita.”
“Ci farai l’abitudine, io quasi non ricordo più un giorno in cui non ho rischiato la vita.”
“Cosa è successo qui?” chiesi.
“Questi idioti ci attaccano spesso per cercare di riprendersi questo posto, non ha niente di speciale ma è piuttosto comodo, ci sono poche entrate e gli edifici offrono un ottimo riparo. Nonostante ciò pensano che siamo degli sprovveduti, attaccano appena prima dell’alba quando in teoria saremmo più esposti perché stanchi da una notte di veglia, sciocca ipotesi. Oggi ne abbiamo ammazzati tre, dovrebbero essere gli ultimi che erano sopravvissuti all’attacco di due giorni fa. Adesso spero che per qualche giorno ci lasceranno in pace.”
“Certo che da queste parti non vi annoiate mai” risposi.
“Già, andiamo a fare colazione. Ti presento gli altri.”
Ci radunammo attorno al fuoco, eravamo diventati una folla, oltre a me l’Italiano, Aleksey e Sergey c’erano Mika ed altri tre stalker.
“Ti presento Anton, Dimitry e il Fortunato”
“Piacere ragazzi” risposi “Come mai ti chiamano fortunato?”
“Perché quando spara anche senza mirare sta sicuro che riesce a beccare qualcuno in testa” disse Dimitry ridendo.
“Ma dai, è successo solo qualche volta” si schermì il Fortunato.
“Certo certo” disse Mika. “Guarda caso tra tutti i colpi che abbiamo sparato prima gli unici che hanno colpito alla testa sono i tuoi”
“Queste non sono capacità straordinarie, siete voi che non mirate quando sparate” rispose il Fortunato.
“Ok, cambiamo argomento” disse Mika “siate gentili, abbiamo degli ospiti” Sorrise. “che cosa vi porta da queste parti? Italiano, tu non eri al Cordone due giorni fa? Ci siamo visti al villaggio quando sono venuto a comprare provviste per l’accampamento.”
“E’ vero, sono stato chiamato da questi due per un fatto insolito. Il nostro amico Smemorato qui è un miracolato, lo hanno trovato vivo tra i corpi di un camion della morte. Inoltre è un mio connazionale anche se per ora non ricorda nulla, c’è da festeggiare” ed alzò la tazza.
“Vedo, ma ditemi, qual è la vostra missione?” chiese ai miei accompagnatori. Rispose Aleksey:
“Siamo stati incaricati dal Barista di portare merci e documenti a Sidorovich. Siamo un po’ in ritardo per via di questo imprevisto, spero che il trafficante ci paghi lo stesso”
“Venite dal Bar? Che si dice da quelle parti? Ho sentito dire che i Duty e i Freedom hanno rotto la tregua.” Chiese Anton. Sergey Rispose:
“Si contendono l’accesso alla Foresta Rossa, i Duty vogliono impedire che delle persone si avvicinino troppo al brucia cervella, da quando è tornato in funzione sempre più stalker sono diventati zombie. La situazione poi è peggiorata da quando i Duty hanno ripreso il controllo della vecchia base militare a nord del Bar scacciando così i Freedom, i quali si sono di nuovo stabiliti nel vecchio complesso della Valle Oscura, diversi stalker hanno detto che hanno fatto strage di banditi. In questa situazione di tensione la discarica è finita in mano ai banditi, il gruppo di stalker liberi che teneva l’hangar al centro dell’area è stato massacrato, adesso è diventato pericoloso attraversare quella zona. Inoltre ho sentito che dopo l’ultima emissione si sono aperti di nuovo i passaggi verso i territori ad est, sembra che la strada verso la palude sia di nuovo libera, inoltre ho sentito uno stalker al Bar vantarsi di essere riuscito ad imbucarsi nella Foresta Rossa, giurava di aver trovato un nuovo passaggio verso Limansk. Insomma è un momento di gran confusione,  anche la zona del Bar non è più così sicura, i Duty mantengono l’ordine ma sono pronti a sparare addosso ai Freedom.”
“Come va al nord? Avevo sentito che i Monolith si erano ritirati nella centrale e che Pripyat era stata liberata.”
“Non lo so, i Duty dicono che la situazione è sotto controllo ma che è troppo pericoloso raggiungere la città per via delle emissioni. I Freedom invece dicono che stanno combattendo contro i Duty per il controllo di Pripyat, inoltre c’è quel gruppetto di cui accennavo prima, si stanno organizzando per cercare di penetrare nella Foresta Rossa, trovare un passaggio per Limansk e penetrare nella centrale.”
“Da quando è scoppiato quel casino un anno fa non c’è più pace nella Zona” scosse la testa Mika “io una volta bazzicavo nella discarica ma adesso sembra che tutti abbiano voglia di massacrarsi a vicenda, è per questo che sono tornato qui. Almeno da queste parti il massimo del pericolo è qualche bandito ubriaco, nelle zone selvagge più a nord sono comparse colonie di succhiasangue come non si era mai visto. Alcuni dicono che provengano dalle paludi e che con la nuova configurazione della zona abbiano trovato una via per uscirne”
“Già, lo avevo sentito anche io” rispose Aleksey “Una settimana fa mi sono recato al Quartier Generale dei Duty nei depositi militari per un lavoro con il loro trafficante e molti mi hanno avvertito di non attraversare il villaggio li vicino, che stava succedendo qualcosa di strano.
Uno dei loro ufficiali mi ha detto che sono soliti tenere un paio di loro di vedetta nella vecchia torre ma che non hanno più avuto loro notizie da diversi giorni. L’ultimo contatto che avevano avuto via radio parlava di strani movimenti nel buio, tra le case, rumori indefinibili di cui non si capiva la provenienza. Erano estremamente spaventati e si erano barricati nella torre, dissero di non mandare rinforzi e che se fossero sopravvissuti li avrebbero nuovamente contattati. Visto l’avvertimento non volevano rischiare di mandare uno dei loro così mi avevano chiesto se ero disposto ad andare ad indagare. Io ovviamente ho declinato l’offerta, non sono così pazzo ad andare da solo in mezzo ad un nido di succhiasangue o snork.”
“Che cos’è uno snork?” domandai.
“Un’altra schifosa creatura partorita dalla zona. Se li osservi bene assomigliano ad esseri umani, solo che si muovono a quattro zampe. Probabilmente una volta erano stalker, infatti portano brandelli di quelle che sembrano tute ambientali nonché una maschera antigas. Li chiamiamo snork perché producono proprio questo suono quando respirano, snork snork. Quando sono tranquilli vagano lentamente nei loro territori, sembra infatti che tendano a pattugliare sempre le stesse zone, quando però ti vedono ti attaccano come delle furie. Producono mostruosi urli che sembrano ruggiti, ti balzano addosso con una sorprendente agilità e ti feriscono con il loro artigli fino a ridurti a brandelli. Se li avvisti in tempo puoi ucciderli agevolmente dalla distanza, oppure se hai buona mira puoi tentare di abbatterli quando stanno per balzarti addosso. Se invece ti sono ormai addosso puoi solo sperare di riuscire a centrarli prima che ti feriscano troppo a fondo.”

Rimanemmo in silenzio. Ogni nuova scoperta su quel posto mi raggelava, stentavo a credere che potessero esistere creature del genere, eppure ero disposto a credergli ed avevo la sgradevole sensazione che presto avrei avuto anche io degli incontri con quegli esseri.

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