Memorie dalla Zona - Giorno 1 (terza parte)

La prima passeggiata nella Zona ne ha già dimostrato tutta la sua pericolosità, lo Smemorato deve apprendere il più in fretta possibile come sopravvivere.

(terza parte)

Mi risvegliai che era ormai sera, mi sentivo uno straccio, un po’ per la ferita ma più che altro per gli effetti della vodka. Mi ero preso una sbronza colossale come mai prima d’ora, avevo lo stomaco in fiamme ed un gran mal di testa. Mi misi a sedere e mi guardai intorno, ero solo, l’Italiano e gli altri non c’erano. Ebbi paura di essere rimasto solo, così li chiamai a gran voce:
“Italiano! Sergey! Aleksey! C’è nessuno?”
L’Italiano accorse subito seguito dagli altri due.
“Stai male? Hai gridato.”
“Sto bene, solo… Per un attimo ho avuto paura, pensavo mi aveste abbandonato.”
“Ti capisco, questa è una realtà nuova per te, non è da tutti riuscire ad accettarla. Ho visto gente più anziana ed esperta di te avere un tracollo psicologico quando si è trovata ad avere a che fare con la Zona. Te la stai cavando bene, finché resterai con noi sarai al sicuro.”
“Dai tuoi racconti mi pare di capire che gli stalker sono dei solitari che pensano solo al loro interesse, per quale motivo mi aiutate?”
“Non tutti gli stalker sono così” intervenne Sergey “certo ci sono molti solitari ma per la maggior parte sappiamo che per sopravvivere qui è sempre meglio essere in gruppo, quelle poche aree sicure della zona non esisterebbero se non sapessimo organizzarci.”
“Però mi avete detto che preferite evitare di correre rischi inutili se potete, invece quando mi avete trovato non avete esitato a portarmi in salvo, vista la pericolosità della zona non sarei sorpreso se mi avete lasciato li a morire.”
L’Italiano rispose: “Stai commettendo un errore se pensi che gli abitanti della Zona vivano nella totale anarchia, anche se non vi è alcuna legge che governi le persone non vuol dire che siamo diventati bestie, siamo ancora esseri umani con ragione e sentimenti e le regole ce le siamo date spontaneamente. Se possiamo aiutarci a vicenda lo facciamo, tranne quando si tratta di quei maledetti banditi.”
“Bene, grazie per il chiarimento, ora mi sento meno solo.”
“Di niente, adesso vediamo quella ferita.”
L’Italiano si sedette accanto a me e sciolse le bende che mi aveva applicato sulla gamba, vidi che aveva applicato sopra la ferita uno strano oggetto, sembrava fatto di cuoio ma dall’aspetto sembrava ancora vivo, non riuscivo a capire che cosa stavo osservando.
“Quello cos’è?” domandai.
“Questo è un artefatto, un prodotto della zona, lo chiamiamo “pezzo di carne”. Non molto raro ma è estremamente utile, potenzia a dismisura il sistema immunitario nonché le capacità rigenerative del corpo umano, con uno di questi puoi guarire anche da una ferita da arma da fuoco, osserva.”
Guardai la mia ferita, la pelle che prima era squarciata ora era chiusa, liscia e dura, come una cicatrice formatasi da settimane.
“Incredibile, tutto questo in pochissimo tempo.”
“Già. Questo se non ti dispiace me lo riprendo, te l’ho prestato perché eri in cattive condizioni ma appartiene a me, ne ho bisogno. Vedi, c’è un unico problema con questo reperto, una volta che inizi ad usarlo ne diventi dipendente, il corpo non può più fare a meno del potenziamento e se rimane a lungo lontano dal reperto inizia a sfaldarsi, un po’ come una persona malata di lebbra.”
“E io come faccio? L’hai usato su di me, adesso anche io ne avrò bisogno.”
“Calma, non penso che il tuo corpo si sia già assuefatto al reperto dopo una così breve esposizione, comunque se vuoi ti aiuteremo a trovarne uno, così sarai protetto”
“D’accordo. Dobbiamo ripartire subito? Non mi sento molto bene.”
“Devi essere ancora sotto l’effetto della Vodka, conciato così non vai da nessuna parte. Inoltre ormai è sera, se tu fossi in forma ce la faremmo ad arrivare al cordone prima del tramonto ma così come sei saresti troppo lento. No, ci accampiamo qui per la notte, domattina partiremo presto ed arriveremo al villaggio in poco tempo. Intanto posso continuare a raccontarti la storia del nostro stalker senza nome.”

Mangiammo qualcosa assieme agli stalker che proteggevano l’accampamento e poi ci coricammo vicino al fuoco, l’Italiano ancora una volta iniziò a raccontare.
“Ti ho raccontato delle incursioni nei laboratori segreti, grazie a quella esperienza gli scienziati del lago Yantar riuscirono a costruire un apparecchio in grado di proteggere dalle emissioni del brucia cervella, con quello lo stalker si recò nella foresta rossa, una zona estremamente pericolosa per radioattività, anomalie, creature vaganti e soprattutto per i Monolith. Scusami se divago un po’ ma per farti capire devo raccontarti un po’ del folklore della zona.
I Monolith si chiamano così perché sono adoratori del Monolite. Si racconta che la seconda esplosione della centrale sia stata causata dall’apparizione di questo oggetto portentoso, che sia lui l’origine della Zona e di tutte le anomalie. Alcuni lo chiamano anche Esauditore di Desideri perché si dice che chiunque riesca a raggiungerlo può chiedergli qualunque desiderio che verrà esaudito, si dice anche che ogni volta che viene esaudito un desiderio la Zona si espande di qualche kilometro. Tornando ai Monolith, sono una setta di fanatici che vivono per proteggere l’oggetto, sbarrando la strada verso il centro della zona a chiunque tenti di passare.”
“Ma se il brucia cervella fa impazzire le persone perché loro riescono a vivere al centro della zona?”
“Questo è sempre stato un enigma ed è una cosa che abbiamo scoperto da poco. Le antenne del brucia cervella in realtà non fanno impazzire le persone ma tentano di prenderne il controllo, trasformandoli in Monolith. Il cervello umano fa resistenza per ciò per un certo periodo le persone colpite da queste emissioni vagano in stato confusionale finché non muoiono o finché il controllo mentale non prende il sopravvento. Comunque è inutile che te lo spieghi adesso, sarà tutto più chiaro quando avrò finito il racconto.
Il Marchiato riuscì ad attraversare la foresta rossa, si fece strada fino alle antenne, riuscì a penetrare nel bunker di controllo e disattivò le emissioni.”
“Tutto da solo contro un esercito di persone? Ma è impossibile! Ora capisco perché gli altri ne dubitano.”
“Capisco che possa sembrare impossibile ma le antenne sono state veramente disattivate e gli stalker che arrivarono dopo raccontarono di una strage, dissero che c’erano cadaveri ovunque, tutti quanti con fori di proiettile. Secondo te che cos’altro può essere successo?”
Feci un sospiro “non lo so, a questo punto sospendo ogni giudizio, vai avanti.”
“Bene. Con le antenne disattivate la strada per il centro della zona era ormai libera, moltissimi stalker si precipitarono verso Pripyat, la città più vicina alla centrale nucleare nonché roccaforte dei Monolith. Questi diedero battaglia per giorni, conoscevano il posto ed all’inizio riuscirono a respingere gli assalti degli stalker, che però riuscirono a stabilire una testa di ponte e garantirsi dei rinforzi. Grazie a questo ed alla confusione della battaglia il Marchiato riuscì a farsi strada fino alla centrale, riuscì a penetrare nella struttura appena in tempo, una enorme emissione si generò dalla centrale che spazzò tutta la zona, uccidendo chiunque non avesse trovato riparo.
Qui viene la parte più interessante: il marchiato era riuscito a trovare il codice di accesso che era mancato a Strelok, riuscì ad aprire la misteriosa porta e penetrò nella parte più segreta ed oscura della centrale. Arrivò ad una sala di controllo e conobbe un’entità chiamata Coscienza – C.
Questa entità era stata formata dall’unione delle menti di sette scienziati che involontariamente diedero vita alla Zona. Il loro obiettivo era di creare una mente abbastanza potente da poter modificare la noosfera, cioè un’area di influenza in cui sono immerse tutte le menti umane. Tuttavia non tennero conto di una cosa. La modifica della noosfera ha ripercussioni sulla realtà stessa ed è quello che è successo qui, nella Zona. Tutte le anomalie sono state generate dal loro maldestro intervento che a loro volta hanno creato gli esseri mutanti. Per proteggere se stessa ed il segreto della Zona questa Coscienza iniziò a prendere il controllo di alcuni stalker, è così che nacquero i Monolith, li convinsero della storia del monolite e li misero a protezione della centrale. Per mantenere il controllo sulla Zona inoltre iniziarono ad inviare degli agenti in incognito tra gli stalker, persone che portavano il marchio e che avevano un ordine impresso nell’inconscio. Uno di questi era il misterioso stalker che era giunto fin li. Tuttavia la Coscienza aveva commesso un errore e solo a quel punto si accorse che il Marchiato non era altri che Strelok. Si, quando lo avevano catturato non avevano capito chi fosse e lo avevano rispedito indietro con l’ordine di uccidere se stesso.
A quel punto la Coscienza chiese a Strelok di unirsi a loro, egli però rifiutò e proseguì nel suo cammino. Uscì dalla centrale e si rese conto del reale potere di Coscienza – C. Dietro la centrale c’è un’area che ospita gli emettitori principali che permettono alla Coscienza di esercitare il proprio potere e li la realtà è quasi annullata dalle anomalie. Oltre ad anomalie e radioattività erano presenti una specie di portali o di buchi neri, una sorta di fantascientifici passaggi dimensionali che portavano da una parte all’altra del complesso.
Strelok sentiva che ormai in un modo o nell’altro era giunto alla fine del suo viaggio e probabilmente della sua vita, decise allora di farsi strada tra portali e Monolith per vedere fino a dove poteva arrivare. Giunse fino a sotto le antenne, nel luogo dove giacevano i corpi degli scienziati uniti nella Coscienza. Decise allora di distruggerli per liberare il mondo dalla Zona.
All’inizio sembrava che fosse così, le anomalie scomparivano senza più riapparire, la radioattività iniziava ad abbassarsi ed in cielo c’erano meno nuvole.
Questa nuova condizione purtroppo non è durata a lungo, da qualche tempo a questa parte la Zona viene di nuovo spazzata dalle emissioni provenienti dalla centrale, una cosa che non succedeva dal 2011, gli impianti del brucia cervella e del lago Yantar sembrano essere tornati in funzione nonostante fossero spenti, radioattività e anomalie sono tornate in forze e visto che tu sei qui ora con il marchio credo di poter affermare che qualcosa è ancora vivo nella centrale.”
Tacque. Io rimasi a pensare a tutte le informazioni che mi aveva dato. Stentavo a credere al suo racconto, quindi io sarei una pedina nelle mani di una misteriosa entità in qualche modo risorta? Non ci capivo più niente.
“Aspetta un attimo. Hai detto che i misteriosi agenti marchiati svolgevano varie missioni per la Coscienza, perché hai pensato subito che fossi stato incaricato di uccidere Strelok?”
L’Italiano pensò un po’ e poi rispose: “vedi, l’unico marchiato di cui si conosca la storia è Strelok, di tutti gli altri non ne sappiamo nulla, solo quello che gli disse la Coscienza. È stato un mio errore trarre quella conclusione, in realtà non sappiamo se e quale ordine tu abbia ricevuto, ma è anche per questo che dobbiamo ritrovare il tuo palmare.”
“Stai di nuovo speculando, che cosa ti fa pensare che io ne abbia avuto uno?”
“Perché tutti gli stalker ne hanno uno, è estremamente utile per conoscere la propria posizione e comunicare con gli altri.”
“Va bene, per ora non ho altre domande. Adesso vorrei dormire.”
“Dormi pure, io vado dagli altri, questa notte dovremo stabilire dei turni di guardia”

Mi distesi e chiusi gli occhi, mille pensieri mi vorticavano nella mente ma nessuno era chiaro. Per fortuna scivolai velocemente nel sonno.

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