Massimo Volume – Cattive Abitudini
Sarà una cattiva abitudine diventata una moda negli ultimi tempi quella delle reunion, ma ultimamente abbiamo assistito alle ricostituzioni di gruppi storici (Alice in Chains, Stone temple Pilot, take That etc.), per arte o per soldi viene da chiederci? I Massimo Volume, gruppo dell’underground bolognese scioltosi nel 2002 e riunitosi recentemente nel 2008 fanno parte di questi gruppi che si ritrovano, ma di certo non mi viene da additarli di cercare il successo commerciale data la proposta impegnata del gruppo, sono tornati perché avevano qualcosa da dire, sono tornati con un nuovo disco, “Cattive abitudini” restano ma fossero tutte così, il prodotto è valido e rappresenta un sunto dell’esperienza del gruppo bolognese.
Navighiamo in ambiti post Rock ma con la particolarità che li ha sempre contraddistinti cioè i testi non cantati ma recitati, un mix unico di letteratura e musica grazie ai testi sempre ispirati di Emidio Clementi e le note di Egle Sommacal, Vittorio Burattini e Stefano Pilia i sodali di questo viaggio immaginifico che accompagnato le parole con ottimi spunti chitarristici ed esplosioni rumoristiche corali.
Un album per pochi, assai indigesto per un ascoltatore medio vista la lunghezza, va assaporato pian piano carpendo le parole facendosi penetrare dalle note, viene da chiederci se sia più forza o una debolezza nell’industria musicale di oggi, voler fare un prodotto così intenso e ricco e non adagiarsi nella mediocrità imperante, io personalmente la ritengo una forza, comporre qualcosa per chi ha ancora orecchie per ascoltare, armatevi anche di molta pazienza per entrare nella poetica dell’autore storie quotidiane narrate con piglio minimalista ma superato questo primo impatto ti si schiude un mondo e un nuovo modo di fare musica, un’esperienza intensa sul piano emotivo, album da ascoltare e non ritenere concluso al primo ascolto.
Ascolti consigliati: Robert Lowell, Litio
Bad Acid Trip
Commenti
Posta un commento