Boy don't cry

Non rimane più niente se non la sensazione
Di quegli odori indelebili,
gli odori di briosches in vacanza quando ti svegli intorpidito ed esci per la strada per mangiare.
Cosa sarà delle nostre estati?
E di quella brezza fredda delle sette di mattina che entra dalle finestre
che sa di pulito, potrei vivere solo di quell’aria.

Non rimane più niente se non il profumo della pelle appena bruciata dai mesi con la R,
che continua a scottarsi appena può, appena stacca da lavoro qualche ora.
Mi  sento tutto cosi senza speranza
E’ tutto appeso apparentemente ad una vita e quindi ad una scelta

Vedo con occhi ciò che avevo scritto con penna
E non c’è cosa più brutta dell’essere sostituiti e rimpiazzati senza un minimo di riconoscenza.
Ma la vita è questa è passarsi mani, fianchi, canzoni,  vestiti, saliva, baci, liquidi, morsi, vaffanculo
Tutte piccole perle che formano catene di dna malsano.
E poi vedere che il mondo per gli altri continua a  girare senza cigolare
Anche senza di te che sei stato il carburante nobile dei loro giorni assieme.
Ora sei solo una scoria, smaltita che vaga come barca senza remi ma per fortuna c’è
Quell’odore di sale sulla pelle, o di un pasto decente almeno uno al giorno.
Vivo sempre col pensiero che ci sia qualcuno che mi spii che mi filmi,
che metta una colonna sonora adeguata alle fasi della mia vita, m basterebbe conservare in un file dentro il mio pc quel pezzo di vita e poi tornare indietro con la mente.
Mentre raggiungo con la macchina la casa del mio amico in quel ex paesino medievale scalo bene la marce, guido con la musica post punk dei Cure e canto col capello spettinato e l’occhiaia nera.
Quando arrivo , smonto e mi accendo una cicca perché è così che fanno nelle scene dei film e quell’agglomerato di case non è più residenze ma un motel, conl’insegna led che lampeggia male ; dentro a qualche stanza ci sono sicuramente delle puttane messicane, e almeno un killer che monta e smonta  il proprio fucile di precisione.
E’ lunedi e fa freddo anche se è primavera è una primavera ghiacciata.
Passando per il giardino interno  mi sento gonfio di miseria, sento l’odore dell’erba appena tagliata che è
buono solo in estate e che stona ora, come stona la probabile cena surgelata o le probabili 4 canzoni che strimpellerò da anni sempre quelle.
E’ lunedi e si berrà proprio perché è lunedi proprio per far succedere qualcosa, qualsiasi cosa.
Esco nel terrazzo a metà serata guardo le stelle penso al passato e c’è anche uno spinello ma che non aiuta a cambiare ciò che è stato, se solo fossi stato sotto effetto di EN più spesso di fronte alle scelte la mia vita sarebbe stata diversa.
Ma che importa dopotutto fanculo e continuo a guardare altrove sempre più su  cercando colui che mi starebbe filmando per dare un senso a questo lunedi da discount.
Vivo sempre aspettando che succeda qualcosa, qualsiasi cosa, sono già le 23 c’ ancora tempo.
Ma poi il tempo passa veloce tra chat, webcam, vini rossi scadenti, chitarre sincopate e non rimane più niente di questo lunedi, vai in bagno e lo pisci via tutto, è già andato resta il veleno quello si un poco appena, il resto tiri lo sciacquone e te ne torni sul divano.
Non so che farmene di questa campagna, di questa palude, di questo burrone di sguardi assonnati, di questa chitarra e della mie dita callose e sporche di melograno, non so cosa tenga insieme tutte ste famiglie imbottite di merda, anime assopite , sfamate da buoni spesa, gratta e vinci, quiz televisivi, cattive abitudini.
Non so che farmene dell’erba da fumare e dei messaggi “a che ora, dove, quando, ma solo se…” o “sarebbe bello fare…” tutto cosi troppo condizionale e condizionante.
Sono le 3 e ancora non è successo niente, troppo stanco dalla vita me ne torno a casa, nel mio giardino alberi altissimi che piangono incompresi, incolti, senza attenzioni, soli.
Ripenso a colui che mi filmava quando una vita fa usavo quegli alberi come confessori davanti ad una birra, o cornice per un bacio o una scopata, tutti ci divertivamo, ora questo giardino è una savana che venga un leone a prendermi.
La casa sempre chiusa anche di giorno e alla vita cade a pezzi  e mentre a passo d’uomo la macchina va per parcheggiare suona Boy don’t cry.
Non piangerò no… ma avrei una voglia matta di farlo
Domani tornerò a Venezia.


cincinnatus

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