Carlo Michelstaedter, la persuasione é un colpo di pistola a 23 anni

Quando a scuola si giunge al decadentismo, di Carlo Michelstaedter non ce ne parlano o non ce ne hanno mai parlato perciò ho voluto fortemente lasciare questi suoi due pensieri che mi hanno fortemente attratto.

CINCINNATUS



CARLO MICHELSTAEDTER  (Gorizia3 giugno 1887 – Gorizia17 ottobre 1910)


"Il mio cervello è come un mare ondeggiante, che riflette tutte le luci, che rispecchia tutte le coste e tutti i cieli; ma nel punto che li rispecchia li infrange, ma il fondo resta torpido e oscuro e non sa il vigore e la forma della sua vita. Così sono ora lieto ora triste, ora calmo e ora burrascoso e sento il soffio di tutti i venti. Certo quello che non ha il mare io ho: il tormento ininterrotto delle azioni passate e del lavoro futuro, delle aspirazioni diverse e insoddisfatte; la coscienza della mia nullità in questo mondo che vive sia d'azioni che di pensiero, che d'arte; della mia vita che si dissolve in una aspettativa di che? nell'illusione di un formarsi progressivo che non esiste, di un accumulare che non avviene, o avviene come quello della sabbia che l'onda porta e poi disperde". 
-  4 agosto 1908 -

Non portate la croce ma siete tutti crocifissi al legno della vostra sufficienza, che v'è data, che più v'insistete e più sanguinate: vi fa comodo dire che portate la croce come un sacro dovere, mentre pesate col peso inerte delle vostre necessità.Abbiate il coraggio di non ammetterle quelle necessità, di sollevarvi per voi stessi.Ma su quelle è misurato il vostro possibile e l'impossibile, il sopportabile e l'insopportabile dei doveri da compiere per guadagnarvi in pace la vita; quando v'adattate ai modi del corpo, della famiglia, della città, della religione, dite: "faccio i miei doveri d'uomo, di figlio, di cittadino, di cristiano" e a questi doveri commisurate i diritti. 
Ma il conto non torna.

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