Le nebbie di settembre


Le nebbie settembrine comparivano nelle vie, ovattate città di campagna si spegnevano a poco a poco, le luci dei lampioni portate via dai debiti dei comuni, le notti povere di stelle coprivano quel po’ di miseria mista alla speranza degli anni zero.
Nelle strade poche macchine correvano veloci, il rumore dei tir in lontananza sulle provinciali, un paio di persone a spasso con il cane, la noia della morte dell’estate, qualche puttana nella zona industriale a dipingere il sesso del colore dei soldi a clienti pronti a vendersi la coscienza per un amplesso fugace.
Le torri del petrolchimico funeste contro il cielo coronato di buio, i turni notturni degli operai cinquantenni costretti a vendersi pure il tempo dei sogni per arrivare ogni mese alla fine della propria dignità.
Il vento passa sporco di diesel tra i campi di mais maturo, le rondini migrano senza rimpianti passando sopra le viti che aspettano l’ennesima vendemmia, arriverà dunque altro vino in cui affogare le nostre inquietudini da uccelli migratori.
La provincia senza fine, un piccolo universo in bottiglia, in cui il degrado si sposa alle ultime vestigia d’una innocenza ormai perduta, mille paesi orfani di città, dormitori in cui l’insonnia è sorella di quell'inquietudine
che nascondiamo in ogni dove.
Il freddo forgiava nella nebbia quegli ultimi giorni di settembre quando un inverno così lungo faceva male anche solo ad immaginarlo, il mio cuore batteva in quelle settimane tremante e rosso come la foglia più alta dell’acero, pregando il vento di toccare terra nel modo più lieve possibile.
I fanali della macchina erano coni di luce in un buio sconfinato, la strada irregolare e costeggiata da alberi e capitelli dedicati alla madonna, si stendeva lunga e curva tra prati verdi dimenticati dalla speculazione immobiliare, la strada per casa tua, la via crucis di tante sere, il cammino di un amore che di strade ora non ne ha più.

Fuori erano solo gli ultimi giorni di settembre ma dentro tramontava un sole di una estate dipinta con tutti i colori dell’inferno e la notte mi scorreva già forte nelle vene.

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