Memorie dalla Zona - Giorno 2 (quarta parte)

Il secondo giorno volge al termine ma è già ora di mettersi in marcia.

(quarta parte)

Scendemmo di nuovo nel bunker sotterraneo. Sidorovich era al lavoro sul palmare, indossava una lente oculare e stava usando un saldatore a stagno. Smise di lavorare quando ci avvicinammo.
“Allora Smemorato, hai trovato qualcosa di interessante?”
“Prima parlami del palmare, come procede il lavoro?”
“Be’ non era ridotto troppo male, giusto qualche connettore saltato e un condensatore rotto, il problema è lo schermo, i cristalli liquidi sono completamente andati, mi servirà un pezzo di ricambio. Spero invece tu abbia trovato qualcosa per ripagarmi il lavoro”
Tirai fuori dalle tasche tutto quello che avevo trovato, tranne il pezzo di carne che volevo tenere per me e il palmare dello stalker morto, che volevo tenere come sorpresa finale. “Ecco qua, ti può bastare?”
“Non male, hai preso proprio delle belle cosine. Visto che sei un novellino e sei accompagnato dall’Italiano cercherò di venirti incontro, non puoi presentarti da un trafficante e mostrargli tutto quello che hai, lui sicuramente ne approfitterà.”
Notai che Sidorovich e l’Italiano si lanciavano strane occhiate, doveva essere successo qualcosa tra loro.
“Dunque, bende, kit medici e medicinali anti radiazioni puoi tenerli, se rimani vivo il più possibile la fuori è un investimento anche per me. Io mi prendo il rottame della pistola, il calcio ed il carrello sono andati ma la canna sembra essere in buone condizioni, forse riesco anche a salvare qualcosa dei meccanismi interni. Mi prendo anche i proiettili” sorrise.
“No, lasciagli i proiettili” intervenne l’Italiano “gli serviranno per difendersi. Come tu stesso hai detto è un investimento anche per te se lui rimane vivo ed i proiettili gli servono per difendersi.”
Sidorovich tornò serio “Non ti smentisci mai eh Italiano? Sempre ad aiutare il prossimo. D’accordo, puoi tenere i proiettili. Spero che tu abbia qualcos’altro per me altrimenti questo scambio sarà infruttuoso. Cos’altro abbiamo qui? Un reperto Medusa! Questo non vale molto ma diciamo che mi hai parzialmente ripagato il lavoro. Se tu fossi così gentile da andare a cercare qualcos’altro di valore potrei ritenere conclusa la nostra transazione”
“Che ne dici invece se ti fornisco subito il pezzo di ricambio che ti serve e chiudiamo adesso la questione?”
“Che cosa?”
Riuscii a sorprendere Sidorovich, tirai fuori il palmare dello stalker morto e glielo porsi.
“Sei più furbo di quanto pensassi, hai tenuto il pezzo migliore per la fine, diamo un occhiata.”
 Lo smontò rapidamente con perizia, in poche mosse lo divise nelle sue componenti principali e ne estrasse lo schermo.
“il vetro è crepato ma i cristalli sono integri, hai avuto fortuna che il modello è identico. Se avete un po’ di pazienza rimetto tutto insieme.”
In poco tempo rimise insieme tutti i pezzi e lo accese.
“Ok, è ora di verificare la tua teoria Italiano, tieni smemorato, guarda verso la fotocamera”
Mi porse il palmare, sullo schermo c’era scritto “rilevazione impronta retinica in corso”, fissai il piccolo foro della fotocamera anteriore per qualche momento, subito dopo apparve “impronta retinica corretta, sblocco in corso” ed infine comparve la schermata principale.
Navigai istintivamente tra le opzioni del dispositivo, trovai subito un diario ma con mio grande disappunto notai che era vuoto.
“Allora, hai trovato qualcosa?” chiese l’Italiano.
“Niente di utile, la memoria è completamente vuota, come se fosse stato resettato”
“Hai fatto qualcosa di strano?” chiese l’Italiano a Sidorovich.
“Assolutamente no. I banchi di memoria erano integri, non li ho nemmeno sfiorati. Guarda nella memoria esterna.”
“Ho già guardato, non c’è nessuna memoria esterna.”
“Deve essersela tenuta lo stalker che ha portato qui il palmare” disse l’Italiano. “Sidorovich, sai dirci dov’era diretto?”
Il trafficante rimase in silenzio qualche momento, chissà che cosa stava pensando. Poi disse:
“Non sembrava un tipo molto sveglio ed esperto, probabilmente non si era mai spinto più in la della discarica. Magari lo trovate li.”
“Non sai dirci nient’altro?” chiesi.
“No, è tutto ciò che so”
“Balle!” rispose l’Italiano “lo so di che tipo di attrezzature disponi, sei in grado di individuare ogni stalker della Zona e scommetto che registri tutte le persone che vengono a trovarti.”
“Non so da dove le prendi queste informazioni ma vedi di tenertele per te, Italiano, o potrebbe accaderti qualcosa di brutto”
“E’ inutile che mi minacci Sidorovich, non hai fatto niente dopo il disastro della discarica e non farai niente neanche adesso. Dicci qualcosa di più sul nostro uomo oppure farò arrivare all’orecchio del Comandante del Cordone che hai trovato un nuovo intermediario con l’esterno.”
“No, non puoi farlo, in questo modo non riceveremmo più rifornimenti per almeno un mese, sarebbe un danno anche per te.”
“Molto meno di quanto credi. E’ questo il tuo difetto Sidorovich, non riesci a vedere oltre l’aspetto economico della situazione. Dimmi ciò che voglio sapere e ce ne andiamo subito.”
“E va bene, hai vinto, il tizio si fa chiamare Val, non so dirti altro, se avete intenzione di seguirlo magari più tardi riesco a tracciare i suoi movimenti, adesso però sparite, non vi voglio più vedere per un po’.”
Tornammo al villaggio ed interrogammo alcuni stalker per sapere qualcosa di più di questo Val, ma nessuno sembrava conoscerlo. Dai racconti dei vari stalker ricostruimmo i suoi spostamenti, era arrivato al villaggio, aveva parlato con un paio di stalker per sapere dove vendere la roba, era andato da Sidorovich ed era ripartito.

Finimmo le nostre indagini che ormai era sera perciò ci sedemmo attorno al fuoco con gli altri stalker per chiacchierare e mangiare qualcosa. Domandai allora all’Italiano del suo passato con il trafficante.
“Ho visto che tu e Sidorovich vi sopportate a malapena, che cos’è successo tra voi?”
“Come ti ho già detto lui non riesce a vedere oltre l’aspetto economico delle cose. Circa due anni fa stavo svolgendo una missione per lui assieme ad alcuni stalker. La situazione era più o meno come quella odierna, la Zona veniva spazzata regolarmente da emissioni provenienti dalla centrale e la discarica era in mano ai banditi. La missione era semplice, dovevamo portare armi ed equipaggiamenti al barista e tornare indietro con diversi artefatti. All’andata tutto andò liscio, lasciammo la merce e ricevemmo il pagamento, al ritorno invece le cose precipitarono. Incontrammo un gruppetto di banditi ben armati che ci attaccarono senza nemmeno chiederci una tangente, noi li ingaggiammo a nostra volta ma eravamo tutti in campo aperto e lo scontro si trasformò presto in un massacro. Loro erano equipaggiati come noi e più numerosi, noi però eravamo meglio addestrati e riuscimmo a farne fuori diversi. In quegli istanti concitati non ci accorgemmo subito del cambiamento nel cielo, cominciò a farsi buio, solo quando iniziarono a cadere i fulmini comprendemmo che una emissione era in arrivo, i banditi fuggirono e noi cercammo riparo. Fu allora che Sidorovich si intromise via radio, visto che ero incolume mi ordinò di raccogliere tutto l’equipaggiamento che potevo e di cercare riparo, io però mi rifiutai di abbandonare i miei compagni feriti. Eravamo in sei, due erano rimasti uccisi nello scontro a fuoco, due erano rimasti feriti mentre io ed un altro eravamo integri.
Io e il mio compagno raccogliemmo i due feriti e cercammo riparo, l’emissione però era imminente perciò decisi di abbandonare il carico per alleggerirci, raggiungemmo un nascondiglio sotterraneo appena in tempo, il cielo era diventato ormai rosso e si sentivano una sorta di esplosioni atmosferiche.
E’ difficile spiegarti l’effetto di una emissione ma sfortunatamente avrai presto occasione di sperimentarle tu stesso visto che sono tornate ad essere piuttosto frequenti e straordinariamente regolari.
Quando cessò l’emissione uscimmo allo scoperto e andammo in cerca dei cadaveri dei nostri amici, i cadaveri erano come bruciati, le armi erano distrutte perché tutti i proiettili nei caricatori erano esplosi assieme, gli artefatti erano scomparsi. Avevamo perso più di metà del carico ma avevamo portato a casa la pelle. Sidorovich non era affatto contento di ciò, avrebbe voluto che abbandonassimo i nostri compagni e completassimo la missione, io però non sono come lui, mi preoccupo delle persone, le cose hanno un’importanza relativa.”
“Ora capisco perché vi lanciavate quelle occhiate.”
“Si, non è molto contento che io sia qui. Dice che gli rovino gli affari, offro assistenza medica gratuita a chiunque me lo chieda e do una mano come posso, a volte metto in guardia le persone sull’operato del trafficante” sorrise.
“Quindi sei un medico? Come sei finito nella zona?”
“Si, sono un medico.” Fece una lunga pausa “scusami, non voglio raccontarti la mia storia, non adesso almeno.”
Rimanemmo in silenzio ad ascoltare gli altri stalker, alcuni erano dei novellini alle prime armi come me, appena entrati nella Zona per cercare fortuna o per fuggire dal loro passato, altri invece erano più anziani ed esperti e raccontavano di scontri a fuoco, strani avvistamenti o rocamboleschi recuperi di artefatti in mezzo alle anomalie. C’era un continuo avvicendamento di persone attorno al fuoco, di tanto in tanto qualcuno si alzava e dava il cambio a coloro che facevano la guardia che a loro volta venivano a riposarsi attorno al fuoco, la sicurezza era molto ben organizzata. Due persone controllavano gli ingressi del villaggio mentre una persona camminava avanti e indietro lungo la strada, tutti gli altri erano o attorno al fuoco oppure dentro le case ma sono sicuro che in un attimo sarebbero stati pronti ad affrontare qualunque pericolo.
Arrivò Lupo che ordinò a me e all’Italiano di partecipare alle ronde notturne, in un tono burbero e sbrigativo.

“Tu Italiano farai la ronda dalle ventitré all’una di notte all’ingresso ovest e tu novellino da mezzanotte alle due lungo la strada” e se ne andò subito. Non mi restò che obbedire all’ordine, quando arrivò l’ora iniziai la mia ronda, per fortuna la notte fu tranquilla e dopo un paio d’ore andai a riposarmi.

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